Il Diritto Comparato e la Blockchain

La monografia esamina il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali attraverso il caso della blockchain. Si discute, in particolare, se la «rivoluzione tecnologica» costituisca un potere sovranazionale e capace di sovvertire la configurazione tradizionale dell’ordinamento giuridico, limitandone la funzione regolatrice dei rapporti socio-economici. A tale fine, il libro introduce, nella prima parte, le nuove geografie delle reti blockchain nel quadro concettuale offerto dalla dottrina del diritto comparato, analizza i formanti del «diritto» in detti contesti (i.e. l’architettura tecnologica, il mercato, le norme sociali ed il diritto statale) e si sofferma sul «nuovo» diritto privato che è il frutto della creatività dei programmatori (i.e. persona, proprietà e contratto). Nella seconda parte, il libro delinea il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali (i.e. conflitto di legge) e considera alcuni degli aspetti critici di tale rapporto, quali: il riconoscimento di tale innovazione nel diritto nazionale ed europeo, i modelli nazionali di regolamentazione delle criptovalute ed il rapporto fra la figura dello smart contract ed il diritto dei contratti. Nella terza parte, il libro sviluppa un’analisi critica della tecnologia intesa alla stregua di un «diritto globale», fermando l’attenzione su alcuni dei temi fondamentali della comparazione contemporanea, quali: il ruolo poteri privati globali, l’evoluzione della lex mercatoria (nel nostro caso definita: lex mercatoria ex machina) e la funzione regolatrice del contratto nei mercati digitali. L’ultimo capitolo del libro esamina i modelli di regolazione della blockchain e, infine, delinea alcuni degli strumenti utili per affrontare le problematiche emerse e disegnare un’evoluzione della regolazione giuridica basata sul mutamento del rapporto tra diritto e tecnologia.

Il corpo nello spazio urbano e domestico: lettura transfemminista queer delle pratiche di Eileen Gray, Zaha Hadid e Avril Corroon

This essay aims to carry out, through a queer transfeminist methodology, an analysis of the built environment and architectural spaces, with reference to the work of Eileen Gray, Zaha Hadid and Avril Corroon. In the introduction, the key terms of the paper will be defined, including transfeminism and queer studies. In summary, transfeminism refers to an intersectional feminist methodology that, in its analysis, considers, in addition to sexism, several axes of oppression, such as racism, classism, ableism, sexual orientation - and embraces the struggles of trans people (Filo Sottile 2020). Queer studies, on the other hand, refers to the study of issues involving gender identity and sexual orientation, questioning both the naturalness of the binary division of gender into male and female, as well as that of sexual orientation (Arfini 2020), demonstrating how gender identities are constructed within a set of behaviours, actions, beliefs, and stereotypes that are repeated through a system called gender performativity (Butler 1999). Queer transfeminism has, among its aims, to unhinge a binary system of power through the intersection of feminist and sexual liberation issues with struggles that relate to classism, racism, and ableism, to create an alliance between all subjectivities different from the norm, to achieve social justice. The first chapter of this paper questions the role of the body in space, examining various urban and architectural structures. The theme of the heterosexual and ableist matrix as prerequisites for understanding our built environment (Wajcman 1991), i.e., the space that bodies relate to, is explored, illustrating the concept of performativity of gender and deviance introduced by Judith Butler (Butler 1999). The theme of the body in architectural design is addressed (Bianchetti 2020), and we finally focus on the issues of housing rights and dispossession, as well as that of social and housing justice (Butler, Athaniasiou 2019). The second chapter examines the language of gender, analysing language and its constructive and imaginary potential. The role of gendered language in architecture is also analysed, and proposals are shown that can go beyond the limits that our language imposes. Furthermore, how the mass media have represented bodies in space is explored, and specifically, the photographic material of Le Corbusier's works (Colomina 1992, 1994) and that of Hugh Hefner's Playboy fashion house (Preciado 2020) are analysed. In the third, fourth and fifth chapters, the work of three female artists is explored: the work of Eileen Gray is examined, looking in particular at E.1027, the house that the designer-architect realised in France, according to a queer reading of the architectural project; Zaha Hadid's practice is read from a transfeminist perspective, and in particular through Donna Haraway's cyborg myth; the work of Avril Corroon, a contemporary Irish visual artist, is analysed, whose practice questions the housing emergency in the contemporary neoliberal market.

Il cielo bianco di una conchiglia

Raccolta di poesie con testo a fronte.
L'edizione a stampa è disponibile su richiesta (print on demand) presso Ledizioni.

Il ballo delle identità

Nella società contemporanea l’immagine di sé ha assunto una rilevanza particolare per vari motivi. Da un lato l’evoluzione sociale e culturale ha fatto sì che oggi gli individui siano molto più liberi che in passato di scegliere la propria identità, che fino a non molto tempo fa era in buona parte determinata dal contesto sociale in cui si nasceva e viveva. Contemporaneamente, l’evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa con la diffusione di internet e dei social media ha reso possibile manipolare la propria immagine in maniera molto più semplice e veloce di quanto si possa fare nei contatti faccia a faccia della vita reale. Infine la globalizzazione e i nuovi mezzi di comunicazione hanno reso possibile relazionarsi a un mondo sociale molto più ampio che in passato, cosa che ha determinato il fatto che il pubblico potenziale per l’identità delle persone è oggi molto vasto. Tutto questo ha avuto delle conseguenze sui processi di definizione dell’identità? Questo saggio ha l’intento di cercare di rispondere a questa domanda scomponendola in tre questioni più specifiche a ciascuna delle quali è dedicato un capitolo: il legame tra immagine di sé e mondo sociale; i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici a cui è andato incontro il mondo occidentale negli ultimi decenni; l’evoluzione del significato psicologico dei luoghi nel mondo globalizzato.

Identità, innovazione e impatto dell’aziendalismo italiano. Dentro l’economia digitale Atti del XXXIX Convegno nazionale Accademia Italiana di Economia Aziendale - AIDEA (Torino, 12 e 13 settembre 2019)

Da tempo e con continuità gli aziendalisti italiani hanno saputo interrogarsi sulla rispettiva identità e sul ruolo da ricoprire in un contesto generale, che per definizione è ritenuto dinamico e in continuo divenire. L’accelerazione intervenuta nel contesto tecnologico mondiale, che è evoluto nella direzione di una profonda rivoluzione digitale, sta innovando i modelli aziendalistici del passato e impone oggi nuove sfide e riflessioni alla nostra Accademia. Infatti, il processo in atto, innescato e alimentato principalmente da tre fattori interconnessi - la diffusione dei sistemi operativi e delle interfacce user-friendly, la rapida affermazione di Internet e del World-Wide Web e la convergenza di quattro settori di business precedentemente distinti (computer, software, comunicazione, media e intrattenimento) - oltre a introdurre nuovi modelli di business, modifica sempre più profondamente quelli tradizionali ed impone verifiche e cambiamenti negli schemi teorici di analisi dei fenomeni aziendali.

I sovrani della rete. Piattaforme digitali e limiti costituzionali al potere privato

Il volume intende indagare l’impatto delle piattaforme digitali sulle democrazie costituzionali; gli intermediari digitali, in un contesto in cui sembra venuta meno la congruenza tra Stato, territorio ed economia, si insidiano infatti nei luoghi lasciati liberi dai pubblici poteri e contribuiscono a produrre “le strutture sociali in cui viviamo”, ponendosi come arbitri, che pretendono di autolegittimarsi e di gestire, sfruttando l’asimmetria di conoscenza derivante dalla mole di dati a loro disposizione, gli spazi di libertà che essi stessi concedono agli utenti. Esercitano, in questo senso, un potere che esorbita largamente la sola sfera economica. Un potere che è, nei fatti, anche culturale e politico. L’idea da cui muove la ricerca è allora quella di provare a mettere a confronto i meccanismi che informano il funzionamento dell’e-cosistema digitale e le risposte che il diritto, in particolare il diritto costituzionale, è chiamato a elaborare per governare tali fenomeni.

Human rights violations across international borders: life stories of Central American women on the move

The essay documents and analyses the topic of violence in Central American migration, with a specific focus on migrant women in the current mobility regime South-North. We start by tracing the conditions that push women to undertake the migratory path in their countries of origin, more specifically in the Northern Triangle countries, that include Honduras, El Salvador and Guatemala; we then analyze the moment of transit, in order to highlight some of the great challenges that women incur in their path towards the destination country, being it Mexico or the United States; lastly, we shed light on the border-crossing experience and on some life stories in the context of arrival. Through this work we aim at demonstrating that the journey of Central American women is shaped by different forms of violence in every step of migration, and how the mobility and border regime is strongly compromised by the lack of application of a human rights approach. The personal contribution to this work is given by a fieldwork realized through eight qualitative interviews with experts in the field.

Gli edifici di culto come beni culturali in Italia. Nuovi scenari per la gestione e il riuso delle chiese cattoliche tra diritto canonico e diritto statale

Il volume affronta i temi della gestione e del riuso degli edifici di culto e, nello specifico, delle chiese cattoliche, quali beni culturali di interesse religioso in Italia. Ricostruita la complessa disciplina sottesa alla “dimissione” – riduzione ad uso profano non indecoroso ex can. 1222 § 2 – e alla “dismissione” – trasferimento di proprietà – delle chiese, l’esposizione prosegue con la disamina di casi concreti di riuso, verificatisi nell’Arcidiocesi di Torino tra il 1978 e il 2019. Una volta inquadrati gli edifici di culto dimessi tra i “beni comuni”, si individuano nei patti di collaborazione, nella fondazione di partecipazione e nel trust i nuovi modelli di governance, inclusivi e sostenibili, che potranno trasformare questi immobili sovrabbondanti in una risorsa per lo sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità territoriali di riferimento.

Giovani e pandemia

Nel corso degli ultimi due anni, il discorso pubblico si è frequentemente soffermato sulla condizione psicologica e sociale dei più giovani, meno colpiti in termini di infezioni e decessi a causa del Sars-Cov-19, ma bruscamente interrotti nei loro corsi di vita in costruzione. Gli effetti di tale crisi generazionale, ancora in corso, hanno prodotto numerose conseguenze nella sfera emotiva, psicologica, sociale e formativo-professionale dei giovani e degli adolescenti, dimensioni che saranno oggetto della ricerca qui presentata.

Tutto questo e avvenuto in una realtà come quella italiana dove i giovani erano "i perdenti della globalizzazione" e dove le ricerche mostravano già prima della pandemia le difficolta dei giovani a trovare lavoro e a immaginarsi e progettare il loro futuro e la loro transizione alla vita adulta. Forse anche stretti da un contesto economico e sociale che spesso offre loro poche opportunità.

Nella ricerca "Pandemia e Giovani" realizzata sul territorio di Torino e provincia, abbiamo allora indagato a fondo sia le emozioni da loro provate dall’inizio della crisi sanitaria, sia le strategie da loro utilizzate per affrontare questo periodo carico di incertezze. Si tratta di una ricerca dell'Università di Torino, del Dipartimento di Culture, Politiche e Società e dell'Osservatorio Università e Professioni e del Centro Luigi Bobbio. Nella ricerca abbiamo tentato di cogliere le loro difficoltà, ma anche di sondare se si intravedono degli spazi positivi in termini di crescita e di proiezioni verso il futuro, nonché di acquisizioni di abilità e competenze che, spesso, i periodi difficoltosi obbligano a mettere in campo. Ci siamo posti l'obiettivo di verificare se i giovani, in questo periodo di difficoltà, abbiano acquisito anche insegnamenti e abilità utili a vivere meglio e a superare ulteriori ostacoli che si proporranno lungo il loro corso di vita. La ricerca si propone di suggerire specifiche azioni che possano rinforzare le abilità acquisite.

In particolare, abbiamo rilevato:
  • le emozioni provate dagli adolescenti e dai giovani torinesi nei mesi successivi allo scoppio dell’emergenza sanitaria (emozioni positive e negative, tra cui gioie e paure; solitudine; i vissuti di destabilizzazione e la paura dei cambiamenti)
  • le strategie da loro utilizzate per affrontare questo periodo, cosa li ha aiutati a gestire i cambiamenti e l'incertezza di questo momento
  • il livello di compliance alle restrizioni e alle misure anti Covid
  • come si è modificata la percezione del futuro e come si sono immaginati nella realizzazione lavorativa in un clima di generale incertezza.

Giovani dentro e fuori Un'indagine per conoscere la popolazione giovanile nella Casa Circondariale di Torino

La pubblicazione riporta i risultati di una ricerca volta a conoscere la popolazione dei giovani adulti reclusi nella Casa Circondariale di Torino. L’indagine, nata su stimolo della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, ha coinvolto nella sua realizzazione gli studenti e le studentesse della Clinica Legale Carcere e Diritti I del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino integrando, come è proprio del metodo clinico legale, obiettivi didattici e di ricerca con la terza missione dell’università. La ricerca, condotta con un metodo quali-quantitativo, fotografa le condizioni sociali e detentive dei giovani reclusi. Ai dati dell’indagine fanno seguito, nella seconda parte della pubblicazione, contributi che affrontano i temi della dipendenza da psicofarmaci e del possibile supporto offerto da strumenti tecnologici, aprendo piste di riflessione sulla devianza giovanile. Coniugando ricerca e policy, la pubblicazione si chiude aprendo la riflessione e formulando proposte concrete per migliorare le condizioni di detenzione dei giovani detenuti nelle carceri per adulti.