Centro "Luigi Bobbio" per la ricerca sociale pubblica e applicata
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Ringraziamenti
L’autore ringrazia Katya Finardi del Comune di Torino per il puntuale lavoro di raccolta e trasmissione dei dati degli atti di nascita; i colleghi Francesco Fiermonte e Davide Pellegrino del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio dell’Università e del Politecnico di Torino per la realizzazione della mappa presentata in Figura 3; i colleghi Giulia Dotti Sani, Riccardo Ladini e Francesco Molteni del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università di Milano per i commenti a una prima versione di questo testo.
Questa scheda analizza il territorio di Saint-Pierre-et-Miquelon ed è parte di Europa d’Oltremare: un Atlante delle culture, realizzato da Arcipelago Europa – Centro di ricerca su Culture, Società e Ambienti nell’Europa d’Oltremare.
Europa d’Oltremare: un Atlante delle culture è un progetto di pubblicazione che mira a diffondere la conoscenza degli Oltremare europei ponendo attenzione alle relazioni sociali e agli ambienti, alle peculiarità linguistiche, culturali e istituzionali, alle relazioni interetniche e alle diseguaglianze socioeconomiche, alle forme di autonomia e alle rivendicazioni di sovranità. Si tratta di un atlante socioculturale composto di schede dedicate ai singoli Paesi e Territori d’Oltremare (PTOM) e Regioni Ultraperiferiche (RUP) dell’Unione europea. Le schede sono curate da Arcipelago Europa in collaborazione con docenti, ricercatori, ricercatrici, specialisti e specialiste degli e dagli Oltremare.
Nell’ordinamento dell’Unione europea i Paesi e Territori d’Oltremare (PTOM) sono isole associate all’UE in virtù della relazione speciale che intrattengono con uno degli Stati membri (Francia,Danimarca, Regno dei Paesi Bassi). Seppur non indipendenti, i PTOM sono dotati di peculiari forme di autonomia nei confronti degli Stati a cui sono legati. Essi non fanno parte del territorio dell’UE, ma i loro abitanti sono cittadini europei e partecipano alle elezioni europee.
Le Regioni Ultraperiferiche (RUP), invece, fanno parte dell’UE, in quanto parte integrante del territorio di uno degli Stati membri (Spagna, Portogallo, Francia). Vi si applicano pienamente il diritto nazionale e quello comunitario.
La prospettiva adottata si concentra nello specifico sulle conseguenze che questo scenario ha avuto e avrà sulle organizzazioni di Terzo settore: in che modo queste sono riuscite, e riescono, a sopravvivere alla fase emergenziale e come (e se) ne sono state trasformate. Per ragionare su queste dinamiche, è innanzitutto necessario collocare la pandemia all’interno di un quadro più ampio in cui altri driver di cambiamento impattano sulla struttura del variegato mondo del Terzo settore. L’orizzonte della ricerca, dunque, non è si è concentrato unicamente sull’impatto di breve termine della pandemia, ma si è allargato fino a comprendere una riflessione di medio periodo che permettesse di delineare alcune linee di trasformazione con radici più profonde. Coerentemente con queste domande di ricerca, resta sullo sfondo il ruolo che le organizzazioni nonprofit hanno avuto in questa delicata fase, e la ricostruzione del contributo dato in particolare in relazione all’implementazione delle misure previste dai vari DPCM che si sono susseguiti nel periodo pandemico.
Un ulteriore tratto distintivo della ricerca è quello di tenere insieme il livello nazionale con quello locale. La scelta muove dalla consapevolezza che solo sui territori è possibile cogliere quei processi di grana fine che permettono una migliore comprensione delle dinamiche innescate dalla pandemia, e delle interazioni con i contesti locali su cui innestano. Per questo motivo la ricerca si è articolata in due fasi: un primo step dedicato alle trasformazioni a livello nazionale, esplorate attraverso dati e interviste a testimoni qualificati, e un secondo in cui sono stati analizzati, attraverso interviste e analisi documentale, due contesti locali.
Il report prodotto ricalca dunque il disegno della ricerca, e si compone di due parti. La prima parte contiene una sezione introduttiva dedicata all’analisi dei dati, un affondo sulle precedenti ricerche sul Terzo settore nel contesto pandemico, e l’analisi dei temi emersi dalle interviste dei testimoni qualificati, che dispongono di uno sguardo privilegiato sulle dinamiche di livello nazionale. La seconda sarà invece dedicata all’analisi delle realtà locali di Biella e Foggia, oggetto di due studi di caso. Completano il documento alcune riflessioni conclusive e un’appendice contenente la totalità dei dati analizzati e il dettaglio della documentazione empirica raccolta.
Per fare questo sono state interpellate 24 imprese (manifatturiere e dei servizi, per lo più di dimensioni medio-grandi e operanti sul territorio torinese nel settore privato).
L’analisi del materiale raccolto ha interessato numerosi temi: la situazione pregressa e la reazione di fronte all’evento pandemico, l’implementazione dello smart working, le conseguenze sull’organizzazione del lavoro, la formazione, le prospettive per il futuro. Questi sono stati ricondotti all’insieme dei processi di innovazione tecnologica, organizzativa e legati alla cultura aziendale che possono rivelarsi uno strumento per rispondere in maniera più pronta e appropriata alle sfide di un mercato sempre più globalizzato. I risultati della ricerca sono stati riletti in chiave di suggerimenti di policy per la futura implementazione strutturale del lavoro da remoto.
L’informazione locale adotta approcci e linguaggi corretti nel trattare le diversità oppure riproduce stereotipi e logiche escludenti che alimentano forme di discriminazione?
La realtà delle donne e delle persone disabili trova una rappresentazione adeguata e attenta nell’informazione locale del Piemonte?
In questo scenario è nata l’iniziativa congiunta di ORA (Osservatorio Regionale Antidiscriminazioni), una proposta fortemente voluta dall’associazione GiULiA Giornaliste, gruppo del Piemonte, eseguita insieme al Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino grazie al sostegno della Regione Piemonte. Tra il 1 luglio 2021 e il 31 marzo 2022 è stata realizzata una ricerca impegnativa, unica nel suo genere, in grado di dare risposte aggiornate e scientificamente valide. Il lavoro ha interessato diciannove testate locali e i servizi del TGR Piemonte di cui sono state lette e codificate ben 9.952 notizie, tra articoli e servizi, precisamente 7.526 sul genere e 2.426 sulle disabilità.
This report illustrates the findings of a qualitative study that explored Italian academics’ relationship with distance teaching during the Covid-19 pandemic emergency. Specifically, 18 focus groups with 4 to 8 participants each were held at several universities throughout the country, for a total of 98 participants. Two focus groups were held at each university, one with faculty members in the humanities, and one with faculty members in scientific disciplines. Participants were heterogeneous in terms of gender and career stage, and were selected at random from the CINECA lists. The focus groups took place online, and were video/audio recorded. The material thus collected was analyzed via a grounded and iterative coding process involving repeated rounds of data analysis and discussion among the researchers.
The analysis led to a number of interesting insights, which have been grouped under four main headings.
- A controversial question;
- Teaching in crisis;
- The rediscovery of teaching;
- Hopes and fears for the future.
Le organizzazioni internazionali hanno iniziato a formulare previsioni di crescita di breve periodo superiori a quelle degli altri Paesi europei. Alcune agenzie di rating hanno migliorato il loro giudizio sulla solvibilità del debito pubblico e molti leader internazionali hanno espresso un forte apprezzamento per il comportamento tenuto durante la pandemia.
Tutto questo e avvenuto in una realtà come quella italiana dove i giovani erano "i perdenti della globalizzazione" e dove le ricerche mostravano già prima della pandemia le difficolta dei giovani a trovare lavoro e a immaginarsi e progettare il loro futuro e la loro transizione alla vita adulta. Forse anche stretti da un contesto economico e sociale che spesso offre loro poche opportunità.
Nella ricerca "Pandemia e Giovani" realizzata sul territorio di Torino e provincia, abbiamo allora indagato a fondo sia le emozioni da loro provate dall’inizio della crisi sanitaria, sia le strategie da loro utilizzate per affrontare questo periodo carico di incertezze. Si tratta di una ricerca dell'Università di Torino, del Dipartimento di Culture, Politiche e Società e dell'Osservatorio Università e Professioni e del Centro Luigi Bobbio. Nella ricerca abbiamo tentato di cogliere le loro difficoltà, ma anche di sondare se si intravedono degli spazi positivi in termini di crescita e di proiezioni verso il futuro, nonché di acquisizioni di abilità e competenze che, spesso, i periodi difficoltosi obbligano a mettere in campo. Ci siamo posti l'obiettivo di verificare se i giovani, in questo periodo di difficoltà, abbiano acquisito anche insegnamenti e abilità utili a vivere meglio e a superare ulteriori ostacoli che si proporranno lungo il loro corso di vita. La ricerca si propone di suggerire specifiche azioni che possano rinforzare le abilità acquisite.
In particolare, abbiamo rilevato:
- le emozioni provate dagli adolescenti e dai giovani torinesi nei mesi successivi allo scoppio dell’emergenza sanitaria (emozioni positive e negative, tra cui gioie e paure; solitudine; i vissuti di destabilizzazione e la paura dei cambiamenti)
- le strategie da loro utilizzate per affrontare questo periodo, cosa li ha aiutati a gestire i cambiamenti e l'incertezza di questo momento
- il livello di compliance alle restrizioni e alle misure anti Covid
- come si è modificata la percezione del futuro e come si sono immaginati nella realizzazione lavorativa in un clima di generale incertezza.
Questo blue paper riporta i risultati di una ricerca volta a offrire una concettualizzazione e quantificazione del linguaggio d'odio tra le pagine Facebook dei principali leader politici in Italia. La prima parte di questo blue paper propone una rassegna teorica della letteratura su incivility (utilizzo di linguaggio volgare o che viola norme di educazione condivise) e hate speech (utilizzo di insulti o minacce direzionate a individui o gruppi), due fenomeni spesso sovrapposti ma che invece presentano importanti differenze.
Nella seconda parte viene descritto un dizionario, o "lessico", basato sulla letteratura sul tema e finalizzato a quantificare incivility e hate speech all'interno di testi, come i commenti prodotti dagli utenti di piattaforme social media. Infine, la terza parte del blue paper presenta i risultati di uno studio empirico che utilizza metodi di analisi testuale quantitativa per osservare la prevalenza di incivility e hate speech tra i post e i commenti a tali post di 5 leader politici italiani (Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, Silvio Berlusconi e Vito Crimi) osservati da febbraio 2020 a febbraio 2021.
Come evidenziato dalle analisi, Meloni, Salvini e Crimi sono i leader che utilizzano con maggior frequenza post caratterizzati da termini catalogabili come hate speech o incivility (principalmente per riportare commenti di terzi rivolti a loro); allo stesso modo, anche i commenti relativi ai loro post sono quelli in cui è più probabile trovare contenuti analoghi, pubblicati dagli utenti.
L’aggressività verbale è la dimensione più prominente dei discorsi d’odio sia per i leader sia per le loro community, mentre il linguaggio volgare (incivility) è la seconda dimensione per rilevanza. I post che presentano maggiore incivility e hate speech sono associati a un numero più elevato di like, condivisioni e commenti rispetto a post neutri. Infine, si osserva una corrispondenza, particolarmente significativa per Meloni e Salvini, fra post e commenti in termini di linguaggio contenente hate speech. Questo suggerisce che, per quanto riguarda il confronto verbale sui social media in Italia, l'odio alimenta odio.
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