Osservatorio MU.S.I.C. Publication Series
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Di seguito i Quaderni di Music. I Working Papers, invece, sono su Sirio.
This paper presents a case study of action research through the “V-Days project” (“Vulvar Dialogues about Youth and Sexuality”), a multidisciplinary initiative led by a team of the University of Turin. The project aimed to foster dialogue and raise awareness about vulvar and pelvic pain, engaging both the general adult population and students aged 17-20 through participatory and gamified educational activities.
The V-Days initiative is rooted in interdisciplinary collaboration, involving experts from sociology, molecular biology, linguistics, psychology, anthropology, geography and health sciences. The project team, supported by university student volunteers, designed and tested a series of board games, the “Vulva Games”, as interactive tools to promote knowledge and challenge taboos surrounding genital and sexual health. These games were first publicly tested during Unight, an international public engagement event, allowing researchers to assess their impact in fostering open discussions.
The paper explores the theoretical frameworks underlying the project, combining action research, citizen science, and gamification. It highlights how participatory methodologies can empower individuals by bridging expert and embodied knowledge, fostering a collective understanding of pelvic-vulvar pain conditions like vulvodynia and endometriosis.
By integrating bio-medical expertise with lived experiences and activism, V-Days contributes to breaking the stigma surrounding these topics. The results emphasize the role of play-based learning in engaging diverse audiences, demonstrating how gamification can facilitate discussions on sensitive topics and promote an inclusive approach to sexual health education.
The V-Days initiative is rooted in interdisciplinary collaboration, involving experts from sociology, molecular biology, linguistics, psychology, anthropology, geography and health sciences. The project team, supported by university student volunteers, designed and tested a series of board games, the “Vulva Games”, as interactive tools to promote knowledge and challenge taboos surrounding genital and sexual health. These games were first publicly tested during Unight, an international public engagement event, allowing researchers to assess their impact in fostering open discussions.
The paper explores the theoretical frameworks underlying the project, combining action research, citizen science, and gamification. It highlights how participatory methodologies can empower individuals by bridging expert and embodied knowledge, fostering a collective understanding of pelvic-vulvar pain conditions like vulvodynia and endometriosis.
By integrating bio-medical expertise with lived experiences and activism, V-Days contributes to breaking the stigma surrounding these topics. The results emphasize the role of play-based learning in engaging diverse audiences, demonstrating how gamification can facilitate discussions on sensitive topics and promote an inclusive approach to sexual health education.
La rete è un concetto fondamentale nell’attuazione di qualsiasi progettualità, sia con il singolo individuo che con la comunità e con tutti gli attori che in essa operano.
Se è vero, infatti, che reti personali - primarie e secondarie - sono elementi imprescindibili da tenere in considerazione per lo sviluppo del processo di aiuto con i singoli, è altrettanto vero che il sistema integrato di interventi e servizi sociali non può realizzarsi compiutamente senza intendere la rete - e il lavoro con e su questa - come l’insieme di tutte le risorse che nella comunità locale hanno sede, attività e interessi.
Ecco perché anche di fronte al fenomeno della violenza sulle persone d’età minore non ci si può esimere dal lavorare, su più piani di azione e su più fronti, in rete.
Questo position paper raccoglie vari contributi che mirano a chiarire terminologicamente i fenomeni, ma anche ad illustrare prospettive, progetti e strumenti di tutela a contrasto e prevenzione della violenza sulle persone di età minore.
La finalità ultima del lavoro è di stimolare riflessioni sulle policies in materia, in un confronto fruttuoso cui il lavoro di rete e con la rete non può mai prescindere.
Se è vero, infatti, che reti personali - primarie e secondarie - sono elementi imprescindibili da tenere in considerazione per lo sviluppo del processo di aiuto con i singoli, è altrettanto vero che il sistema integrato di interventi e servizi sociali non può realizzarsi compiutamente senza intendere la rete - e il lavoro con e su questa - come l’insieme di tutte le risorse che nella comunità locale hanno sede, attività e interessi.
Ecco perché anche di fronte al fenomeno della violenza sulle persone d’età minore non ci si può esimere dal lavorare, su più piani di azione e su più fronti, in rete.
Questo position paper raccoglie vari contributi che mirano a chiarire terminologicamente i fenomeni, ma anche ad illustrare prospettive, progetti e strumenti di tutela a contrasto e prevenzione della violenza sulle persone di età minore.
La finalità ultima del lavoro è di stimolare riflessioni sulle policies in materia, in un confronto fruttuoso cui il lavoro di rete e con la rete non può mai prescindere.
In questo lavoro si intende offrire una riflessione sui modi in cui la violenza maschile contro le donne è stata indagata in ambito sociologico e antropologico. Per farlo, si partirà da alcuni contributi pionieristici formulati, nel XIX secolo, da Flora Tristan, Frances Power Cobbe, Jane Addams e John Stuart Mill. Si proporrà, dunque, una rassegna di articoli e libri scientifici dedicati al fenomeno, tenendo insieme tre aspetti delle ricerche in esame: tipi di violenze esaminate e luoghi in cui queste avvengono; operazionalizzazione dei concetti connessi alla violenza contro le donne; disegni, metodi e strumenti utilizzati negli studi – quantitativi, qualitativi e mixed-method. Sono questi elementi che permettono di mettere in luce alcuni fondamentali nodi della letteratura in esame; sarà così possibile evidenziare possibili strade da percorrere negli studi futuri, e le potenzialità della ricerca stessa come mezzo di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
Il presente contributo mira a fornire una riflessione teorica per analizzare le relazioni tra gli attori che si occupano del contrasto della violenza contro le donne, utilizzando il concetto di campo organizzativo proveniente dalla teoria neoistituzionalista. Osservando le cornici istituzionali, le spinte endogene, gli attori-chiave del campo, le dinamiche e le pratiche messe in atto ci si è chiesti se fosse possibile applicare questo costrutto teorico all’ambito del contrasto alla violenza contro le donne. Il concetto si è dimostrato utile per comprendere meglio le relazioni tra gli attori e i cambiamenti all’interno del campo antiviolenza, rendendo manifesto che in Italia quest’ultimo è ancora frammentato e debolmente strutturato.
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