Il dovere di riserbo dei pubblici funzionarî nell’esperienza italiana e francese

Il presente lavoro indaga il tema del dovere di riserbo inteso come legittima limitazione alla libertà di espressione dei pubblici funzionarî. Il percorso seguito si snoda attraverso un confronto tra l’esperienza italiana (caratterizzata da un tasso più lieve di formalizzazione) e quella francese dell’obligation de réserve (connotata, invece, da un approfondimento ben più risalente della giurisprudenza amministrativa e, più limitatamente, del Legislatore), corredato da alcuni ulteriori cenni comparatistici inerenti le principali esperienze europee e nordamericane. Dopo aver analizzato gli aspetti generali della questione nel contesto italiano e francese, ci si concentra sull’approccio di questi due paesi rispetto a categorie particolari di funzionarî pubblici, ossia il personale militare, quello di pubblica sicurezza, quello diplomatico e quello appartenente alla Magistratura, avendo anche attenzione a specifici casi recentemente occorsi, ponendo in risalto le relative differenze e similitudini. Infine, ci si sofferma sull’evoluzione della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo in materia di limitazioni alla libertà di espressione ex art. 10 CEDU relativamente ai pubblici funzionarî, con particolare attenzione al delicato tema del riserbo degli esponenti dell’ordine giudiziario.

Il doppio cognome: contenuto e limiti di un nuovo diritto

The work aims to analyze the current legislation on the transmission of the surname to the children in the Italian legal system, to verify if this rule respects the principle of equality between the parents and the principle of the protection of the child's personal identity. The rule of automatic transmission of the father's surname was indeed a glaring symbol of discrimination between parents, which reflected a deep-rooted background of inequality between men and women that can still be seen today. The decision of the Corte Costituzionale n. 286/2016 stated that parents can give their child the surname of the father, followed by the surname of the mother if both are in agreement. Nevertheless, there are issues that a jurisprudential decision, even if crucial for the matter, cannot resolve. In fact, the judgment doesn't solve the question of the accumulation of surnames in future generations, and doesn't decide whether the children of the same family should have the same surname. After a careful analysis of the issues that currently remained unresolved, hypotheses will be formulated to find solutions that are both respectful of the right of equality between parents and of the personal right of the child to have both branches of his family recognized in his surname. Lastly, the answers obtained from the interviews regarding the matter of the "double surname", in which several Italian municipalities participated, will be examined and will be subject to reflection.

Il dono di capacità riproduttiva: la PMA con dono di gameti e la GPA negli ordinamenti francese e italiano

La Procreazione medicalmente assistita costituisce l’oggetto di un dibattito ormai quarantennale, rispetto al quale molti quesiti rimangono irrisolti: si può qualificare come cura in senso tradizionale? È più opportuno considerarla alla stregua di una cura per il benessere sociale e psicologico delle persone infertili? In particolare la PMA c.d. eterologa pone delle questioni peculiari: i primi soggetti nati dal dono di gameti sono ormai adulti, pertanto alle questioni etiche relative alla pratica in sé, si sono aggiunte quelle riguardanti gli interessi e i diritti di questi soggetti. La rivendicazione di un diritto a conoscere le proprie origini è cruciale. Occorre quindi chiedersi quale peso si intenda attribuire da un lato alla genitorialità sociale, dall’altro al patrimonio genetico. In questo senso l’analisi del modello francese di “PMA avec don de gamètes” offre spunti di riflessione essenziali. Il ruolo del dono e della genetica rileva anche rispetto alla Gestazione per altri, che pone tuttavia problematiche ulteriori, specialmente nell’ottica dei diritti delle donne e dei bambini. Il presente lavoro intende offrire una chiave di lettura trasversale a questi grandi temi, anche rispetto al gender bias che connota i diritti riproduttivi, al fenomeno della Cross-border reproductive care e alla prossima riforma delle leggi di bioetica in Francia.

Il diritto internazionale per la pace e nella guerra. Sviluppi recenti e prospettive future. Liber amicorum in onore di Edoardo Greppi

Il volume raccoglie i contributi di illustri studiosi di diritto internazionale e di diritto dell’Unione sul controverso rapporto tra diritto, pace e guerra, argomento da sempre al centro degli interessi scientifici e delle riflessioni di Edoardo Greppi. L’opera si struttura in quattro parti. La prima affronta le questioni della prevenzione dei conflitti, della soluzione delle controversie e del ruolo delle organizzazioni internazionali in questo contesto. La seconda si concentra sul rapporto tra pace e processo di integrazione europea, anche alla luce del conflitto in Ucraina. La terza guarda al ruolo della giustizia penale internazionale quale strumento di mantenimento della pace. L’ultima parte, la quarta, analizza il rapporto tra conflitti armati, condotta delle ostilità e tutela dei diritti umani.

Il Diritto Comparato e la Blockchain

La monografia esamina il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali attraverso il caso della blockchain. Si discute, in particolare, se la «rivoluzione tecnologica» costituisca un potere sovranazionale e capace di sovvertire la configurazione tradizionale dell’ordinamento giuridico, limitandone la funzione regolatrice dei rapporti socio-economici. A tale fine, il libro introduce, nella prima parte, le nuove geografie delle reti blockchain nel quadro concettuale offerto dalla dottrina del diritto comparato, analizza i formanti del «diritto» in detti contesti (i.e. l’architettura tecnologica, il mercato, le norme sociali ed il diritto statale) e si sofferma sul «nuovo» diritto privato che è il frutto della creatività dei programmatori (i.e. persona, proprietà e contratto). Nella seconda parte, il libro delinea il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali (i.e. conflitto di legge) e considera alcuni degli aspetti critici di tale rapporto, quali: il riconoscimento di tale innovazione nel diritto nazionale ed europeo, i modelli nazionali di regolamentazione delle criptovalute ed il rapporto fra la figura dello smart contract ed il diritto dei contratti. Nella terza parte, il libro sviluppa un’analisi critica della tecnologia intesa alla stregua di un «diritto globale», fermando l’attenzione su alcuni dei temi fondamentali della comparazione contemporanea, quali: il ruolo poteri privati globali, l’evoluzione della lex mercatoria (nel nostro caso definita: lex mercatoria ex machina) e la funzione regolatrice del contratto nei mercati digitali. L’ultimo capitolo del libro esamina i modelli di regolazione della blockchain e, infine, delinea alcuni degli strumenti utili per affrontare le problematiche emerse e disegnare un’evoluzione della regolazione giuridica basata sul mutamento del rapporto tra diritto e tecnologia.

Il corpo nello spazio urbano e domestico: lettura transfemminista queer delle pratiche di Eileen Gray, Zaha Hadid e Avril Corroon

This essay aims to carry out, through a queer transfeminist methodology, an analysis of the built environment and architectural spaces, with reference to the work of Eileen Gray, Zaha Hadid and Avril Corroon. In the introduction, the key terms of the paper will be defined, including transfeminism and queer studies. In summary, transfeminism refers to an intersectional feminist methodology that, in its analysis, considers, in addition to sexism, several axes of oppression, such as racism, classism, ableism, sexual orientation - and embraces the struggles of trans people (Filo Sottile 2020). Queer studies, on the other hand, refers to the study of issues involving gender identity and sexual orientation, questioning both the naturalness of the binary division of gender into male and female, as well as that of sexual orientation (Arfini 2020), demonstrating how gender identities are constructed within a set of behaviours, actions, beliefs, and stereotypes that are repeated through a system called gender performativity (Butler 1999). Queer transfeminism has, among its aims, to unhinge a binary system of power through the intersection of feminist and sexual liberation issues with struggles that relate to classism, racism, and ableism, to create an alliance between all subjectivities different from the norm, to achieve social justice. The first chapter of this paper questions the role of the body in space, examining various urban and architectural structures. The theme of the heterosexual and ableist matrix as prerequisites for understanding our built environment (Wajcman 1991), i.e., the space that bodies relate to, is explored, illustrating the concept of performativity of gender and deviance introduced by Judith Butler (Butler 1999). The theme of the body in architectural design is addressed (Bianchetti 2020), and we finally focus on the issues of housing rights and dispossession, as well as that of social and housing justice (Butler, Athaniasiou 2019). The second chapter examines the language of gender, analysing language and its constructive and imaginary potential. The role of gendered language in architecture is also analysed, and proposals are shown that can go beyond the limits that our language imposes. Furthermore, how the mass media have represented bodies in space is explored, and specifically, the photographic material of Le Corbusier's works (Colomina 1992, 1994) and that of Hugh Hefner's Playboy fashion house (Preciado 2020) are analysed. In the third, fourth and fifth chapters, the work of three female artists is explored: the work of Eileen Gray is examined, looking in particular at E.1027, the house that the designer-architect realised in France, according to a queer reading of the architectural project; Zaha Hadid's practice is read from a transfeminist perspective, and in particular through Donna Haraway's cyborg myth; the work of Avril Corroon, a contemporary Irish visual artist, is analysed, whose practice questions the housing emergency in the contemporary neoliberal market.

Il cielo bianco di una conchiglia

Raccolta di poesie con testo a fronte.
L'edizione a stampa è disponibile su richiesta (print on demand) presso Ledizioni.

Il ballo delle identità

Nella società contemporanea l’immagine di sé ha assunto una rilevanza particolare per vari motivi. Da un lato l’evoluzione sociale e culturale ha fatto sì che oggi gli individui siano molto più liberi che in passato di scegliere la propria identità, che fino a non molto tempo fa era in buona parte determinata dal contesto sociale in cui si nasceva e viveva. Contemporaneamente, l’evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa con la diffusione di internet e dei social media ha reso possibile manipolare la propria immagine in maniera molto più semplice e veloce di quanto si possa fare nei contatti faccia a faccia della vita reale. Infine la globalizzazione e i nuovi mezzi di comunicazione hanno reso possibile relazionarsi a un mondo sociale molto più ampio che in passato, cosa che ha determinato il fatto che il pubblico potenziale per l’identità delle persone è oggi molto vasto. Tutto questo ha avuto delle conseguenze sui processi di definizione dell’identità? Questo saggio ha l’intento di cercare di rispondere a questa domanda scomponendola in tre questioni più specifiche a ciascuna delle quali è dedicato un capitolo: il legame tra immagine di sé e mondo sociale; i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici a cui è andato incontro il mondo occidentale negli ultimi decenni; l’evoluzione del significato psicologico dei luoghi nel mondo globalizzato.

Identità, innovazione e impatto dell’aziendalismo italiano. Dentro l’economia digitale Atti del XXXIX Convegno nazionale Accademia Italiana di Economia Aziendale - AIDEA (Torino, 12 e 13 settembre 2019)

Da tempo e con continuità gli aziendalisti italiani hanno saputo interrogarsi sulla rispettiva identità e sul ruolo da ricoprire in un contesto generale, che per definizione è ritenuto dinamico e in continuo divenire. L’accelerazione intervenuta nel contesto tecnologico mondiale, che è evoluto nella direzione di una profonda rivoluzione digitale, sta innovando i modelli aziendalistici del passato e impone oggi nuove sfide e riflessioni alla nostra Accademia. Infatti, il processo in atto, innescato e alimentato principalmente da tre fattori interconnessi - la diffusione dei sistemi operativi e delle interfacce user-friendly, la rapida affermazione di Internet e del World-Wide Web e la convergenza di quattro settori di business precedentemente distinti (computer, software, comunicazione, media e intrattenimento) - oltre a introdurre nuovi modelli di business, modifica sempre più profondamente quelli tradizionali ed impone verifiche e cambiamenti negli schemi teorici di analisi dei fenomeni aziendali.

I sovrani della rete. Piattaforme digitali e limiti costituzionali al potere privato

Il volume intende indagare l’impatto delle piattaforme digitali sulle democrazie costituzionali; gli intermediari digitali, in un contesto in cui sembra venuta meno la congruenza tra Stato, territorio ed economia, si insidiano infatti nei luoghi lasciati liberi dai pubblici poteri e contribuiscono a produrre “le strutture sociali in cui viviamo”, ponendosi come arbitri, che pretendono di autolegittimarsi e di gestire, sfruttando l’asimmetria di conoscenza derivante dalla mole di dati a loro disposizione, gli spazi di libertà che essi stessi concedono agli utenti. Esercitano, in questo senso, un potere che esorbita largamente la sola sfera economica. Un potere che è, nei fatti, anche culturale e politico. L’idea da cui muove la ricerca è allora quella di provare a mettere a confronto i meccanismi che informano il funzionamento dell’e-cosistema digitale e le risposte che il diritto, in particolare il diritto costituzionale, è chiamato a elaborare per governare tali fenomeni.