Rappresentazioni del limite. Passaggi del fantastico tra letteratura e cinema.
(Atti del Convegno Internazionale, Torino 19-20 novembre 2015)

Los artículos que se recogen en este número 1 de los Anejos de Artifara se presentaron en ocasión del I Coloquio Internacional Representaciones del límite. Pasajes de lo fantástico entre literatura y cine, que se desarrolló en Turín el 19 y 20 de noviembre de 2015, organizado por la Cátedra de Lengua y Literatura Hispa-noamericana del Dipartimento di Studi Umanistici de la Universidad de Turín y el SAL-CRIMIC (Séminaire Amérique Latine del Centre de Recherches Inter-disciplinaire) de la Sorbonne-Universitè de Paris, en el marco del proyecto "Lo fantástico en las artes visuales y/o el cine".

Il doppio cognome: contenuto e limiti di un nuovo diritto

The work aims to analyze the current legislation on the transmission of the surname to the children in the Italian legal system, to verify if this rule respects the principle of equality between the parents and the principle of the protection of the child's personal identity. The rule of automatic transmission of the father's surname was indeed a glaring symbol of discrimination between parents, which reflected a deep-rooted background of inequality between men and women that can still be seen today. The decision of the Corte Costituzionale n. 286/2016 stated that parents can give their child the surname of the father, followed by the surname of the mother if both are in agreement. Nevertheless, there are issues that a jurisprudential decision, even if crucial for the matter, cannot resolve. In fact, the judgment doesn't solve the question of the accumulation of surnames in future generations, and doesn't decide whether the children of the same family should have the same surname. After a careful analysis of the issues that currently remained unresolved, hypotheses will be formulated to find solutions that are both respectful of the right of equality between parents and of the personal right of the child to have both branches of his family recognized in his surname. Lastly, the answers obtained from the interviews regarding the matter of the "double surname", in which several Italian municipalities participated, will be examined and will be subject to reflection.

La Zucca del Doni en Spañol

Transcripción de la edición según el ejemplar de la Biblioteca Estense de Modena signatura α H 11.22. Venecia, Marcolini, 1551

Human rights violations across international borders: life stories of Central American women on the move

The essay documents and analyses the topic of violence in Central American migration, with a specific focus on migrant women in the current mobility regime South-North. We start by tracing the conditions that push women to undertake the migratory path in their countries of origin, more specifically in the Northern Triangle countries, that include Honduras, El Salvador and Guatemala; we then analyze the moment of transit, in order to highlight some of the great challenges that women incur in their path towards the destination country, being it Mexico or the United States; lastly, we shed light on the border-crossing experience and on some life stories in the context of arrival. Through this work we aim at demonstrating that the journey of Central American women is shaped by different forms of violence in every step of migration, and how the mobility and border regime is strongly compromised by the lack of application of a human rights approach. The personal contribution to this work is given by a fieldwork realized through eight qualitative interviews with experts in the field.

Professioni non togate nel Piemonte d'Antico Regime : professionisti della salute e della proprietà

Professioni non togate nel Piemonte d'Antico Regime : professionisti della salute e della proprietà / a cura di Donatella Balani e Dino Carpanetto. - Torino : Il Segnalibro, 2001 (stampa 2003). - XIV, 441 p. : ill. ; 25 cm. ((Fa parte di Quaderni di storia dell'Università di Torino, 5

Il pubblico concorso come funzione amministrativa

Il pubblico concorso si è affermato a partire dall'epoca moderna come modello di selezione di funzionari pubblici fedeli e capaci, necessario ad assicurare l’adeguatezza dell’organizzazione pubblica all'esercizio dei compiti attribuitile dall'ordinamento (art. 118, comma 1, Cost.). A partire dalle dichiarazioni liberali dei diritti di fine ‘700, il riconoscimento dell’eguale diritto di accesso dei cittadini agli impieghi pubblici (art. 51, comma 1, Cost.) ha offerto al concorso una legittimazione ulteriore, in cui si coglie una delle più profonde ragioni della procedimentalizzazione che lo caratterizza. Non è dunque un caso che l’evoluzione verso l’adozione di strumenti giuridici di diritto privato non abbia coinvolto il concorso. Questo resta al contrario un insuperabile principio di organizzazione (art. 97, comma 4 Cost.), che si afferma ogni qual volta siano affidati a un apparato compiti d’interesse pubblico, a prescindere dalla natura giuridica di diritto privato a esso “accidentalmente” attribuita, recando con sé la disciplina procedimentale. La procedimentalizzazione garantisce la controllabilità e il sindacato secondo i vizi di violazione di legge, incompetenza e, soprattutto, di eccesso di potere, secondo un carattere che non trova equivalenti nella disciplina del lavoro nell'impresa. Le critiche più frequentemente opposte al concorso, che ne rilevano l’incapacità di selezionare effettivamente i migliori candidati, investono in realtà i contenuti delle prove o la selezione dei commissari, piuttosto che il carattere di diritto pubblico del modello; a esse può farsi efficacemente fronte con l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale, capaci di automatizzare almeno in parte i procedimenti di selezione, oltreché di correlare i fabbisogni di professionalità alla capacità amministrativa degli enti. La correlazione tra interesse pubblico, procedimento amministrativo e atto amministrativo propria del concorso reca con sé la giurisdizione amministrativa che offre una tutela penetrante alle ragioni dell’interesse pubblico grazie al sindacato di eccesso di potere e, ancora più, grazie a una tutela costituiva che ha stentato ad affermarsi innanzi al giudice ordinario incaricato del contenzioso sul lavoro nelle pubbliche amministrazioni.

Il sistema dei rimedi post-iudicatum in adeguamento alle decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo

Ormai da tempo il principio di intangibilità del giudicato penale è oggetto di un inarrestabile “processo erosivo”, tra l’altro per via dei riflessi, nell’ordinamento interno, della normativa internazionale a tutela dei diritti umani. Il riferimento va, in particolare, all’obbligo, per ciascuno Stato membro del Consiglio d’Europa, di dare esecuzione alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo che riscontrino una violazione, ad opera di quello Stato, delle garanzie convenzionali: considerato, infatti, che la Corte europea può essere adita solo previo esaurimento delle vie di ricorso interne, l’adozione delle misure, diverse da una mera riparazione pecuniaria, prescritte dalla Corte stessa a ristoro dell’accertata violazione, si pone di regola a valle del giudicato, ciò che può imporne la cessazione degli effetti, la modifica o la rimozione. Nella pressoché totale inerzia del legislatore, la “via italiana” all’individuazione di un rimedio post-iudicatum in adeguamento ai canoni convenzionali si è rivelata assai tortuosa, passando prima per soluzioni meramente “pretorie”, poi per l’intervento additivo con cui la Corte costituzionale ha introdotto la revisione “europea”, peraltro inidonea ad offrire copertura esaustiva, a fronte dell’eterogeneità delle violazioni convenzionali e delle relative prescrizioni riparatorie. Di qui, per effetto ancora dell’“azione combinata” della giurisprudenza ordinaria e costituzionale, strade ulteriori sono state percorse, in particolare attraverso una lettura estensiva – se non analogica – dei poteri attribuiti dalla legge al giudice dell’esecuzione. Ciò, anche nell’ambito di una controversa tendenza “soggettivamente espansiva” dell’obbligo esecutivo ex art. 46 CEDU, volta ad estendere la caducazione del giudicato a soggetti diversi dal ricorrente a Strasburgo, che versino in condizioni analoghe al primo. In un siffatto contesto, il libro si propone, anzitutto, di ricostruire i presupposti, l’ambito applicativo e le difficoltà operative della revisione “europea” e di alcuni strumenti “limitrofi” di caducazione del giudicato “convenzionalmente illegittimo”, nell’intento di ricondurre a sistema uno stato dell’arte che sconta l’handicap della propria matrice giurisprudenziale. Allo stesso tempo, in un momento storico che non registra nuove iniziative legislative in materia, lo studio intende fornire qualche spunto de iure condendo, nell’auspicio di rialimentare un dibattito che sarebbe riduttivo ritenere definitivamente superato dalla supplenza giurisprudenziale.

La scuola di economia di Torino : da Cognetti de Martiis a Einaudi

La scuola di economia di Torino : da Cognetti de Martiis a Einaudi / a cura di Roberto Marchionatti e Giandomenica Becchio. - Torino : Celid, 2005. - 234 p. ; 24 cm. ((Fa parte di Quaderni di storia dell'Università di Torino , 7

Donne "da favola". Evoluzioni e contraddizioni dello stereotipo femminile nel racconto fantastico

How has the image of the woman changed over time? Can we say that certain "old" stereotypes have lapsed? In this analysis I’ve reflected about the theme, comparing some modern cinematographic revisitations and the corresponding written texts in the field of the fantastic genre, to understand if and how the female image (and not only) has changed from a century to another (in this case between the 19th and the 21st century). The research has developed through the semiotic and gender studies, in order to analyze the diversities and the characteristics of the various texts observed (written and audiovisual) and to realize how the idea of feminine is changed and, maybe, evolved, proposing new type of characters (and also a new and complex dialogue with the masculine counterpart). It emerges, indeed, the necessity to reflect on these stereotypes, on the modalities of development over time and on the difficulty that still today, despite certain changes, remains in thinking them (and thinking differently). Because, in the end, what does it mean male and female? What makes us who we are?