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Stupro, guerra e donne: uno studio sulla percezione sociale della conflict-related sexual violence
War has been, and still is, highly characterized by sexual violence. The present work takes a cue from the testimonies of victims of Conflict-Related Sexual Violence narrated by Lamb (2020) in “Our Bodies, Their Battlefield: What war does to Women” since, as the author writes, “You won’t find these women’s names in the history books or on the war memorials that we pass in our railway stations and town centres but to me, they are the real heroes.” (p.11).
Although war rape has existed for as long as conflicts themselves have existed, the legislative relevance of this crime as a crime against humanity, as a weapon of genocide, and as a war crime, only came into existence following the establishment of ad hoc international criminal tribunals for the former Yugoslavia and Rwanda.
Understanding the origin of sexual violence in armed conflicts is very complex as it is the result of multiple variables: from cultural norms to complex political and war strategies. Rape is often committed to terrorizing the population, breaking up families, destroying communities and even changing the ethnic composition of the next generations.
Many studies have focused on the socio-political analysis of this reality and the consequences at individual, social, and community levels. Few, however, have investigated the social perception of this issue. The main purpose of this exploratory research is to investigate whether people's perception of sexual violence can be influenced and modified by the war context in which this violence occurs, since, as Frese and colleagues (2004) point out, the characteristics of the context in which the violence occurred influence the participant’s perception of the event. In particular, the focus was on the recognition of the event as violence, the perception of severity, and the punitiveness of the perpetrators.
L’esonero da responsabilità
L'esigenza delle parti di tutelarsi dalle conseguenze pregiudizievoli del proprio inadempimento sin dal momento in cui s'instaura il rapporto obbligatorio e la necessità dell'ordinamento di stabilire le condizioni entro le quali debba ammettersi una deroga alla disciplina legale della responsabilità rappresentano uno dei problemi centrali della civilistica contemporanea, per il suo essere insieme antico e attuale, metastorico e dinamico, perché muta all'evolversi del concetto di contratto e di quello di responsabilità, intimamente legato al diritto interno ma con una vocazione trans-ordinamentale. Da quando il divieto di esonero da responsabilità è stato codificato nell'art. 1229 cod. civ., la globalizzazione della prassi, l'evoluzione del quadro delle fonti, e con essa del contesto assiologico, e la rivoluzione tecnologica, soprattutto digitale, hanno introdotto nel sistema nuovi elementi di complessità che impongono un ripensamento delle questioni sottese alla norma. In particolare, occorre interrogarsi sul significato attuale dei requisiti di validità cui l'art. 1229 cod. civ. subordina le clausole di esonero da responsabilità e sul criterio per individuare le clausole da sottoporre al controllo di compatibilità con la norma. Al tal fine non si può prescindere, sotto il profilo metodologico, da uno studio sulla genesi del divieto di esonero, che ne illumini la ratio autentica, e da una riflessione su come altri ordinamenti hanno affrontato, nel tempo, il problema. Questi saranno, rispettivamente, l'inizio e la fine del presente lavoro, con l'anello di congiunzione di un'analisi ragionata della casistica giurisprudenziale. L'obiettivo ultimo sarà quello di proporre un'interpretazione evolutiva dell'art. 1229 cod. civ., capace di conciliare la vetustà della formula con l'attualità del problema.
Giordano Bruno
Il volume comprende la traduzione italiana del Giordano Bruno di Lev Platonovič Karsavin, una prefazione della traduttrice e una introduzione di Julja Mehlich, studiosa di Karsavin. Il testo tradotto fu pubblicato a Berlino nel 1923 e a lungo ignorato dalle ampie bibliografie su Bruno e su Karsavin. Il valore di Bruno, secondo Karsavin, starebbe nel sentimento e nella chiara coscienza della sua unità di spirito con l’Universo divino e con Dio stesso. «L’anima della filosofia del Nolano» è «l’eroico furore», fondamento teorico e pratico dell’unità di vita e di pensiero. Ma in questo Karsavin coglie anche il limite di Bruno: ossia il non aver saputo tener fede all’intuizione secondo la quale l’Assoluto non si identifica mai con la totalità, sia pure infinita, del relativo. L’infinità del Divino è, infatti essenzialmente diversa dall’infinità dell’empirico. In questa confusione Bruno sarebbe l’emblema di tutta l’epoca rinascimentale. Nella sua Introduzione la Mehlich evidenzia nella trattazione di Karsavin il ricorso a un duplice metodo, quello formale dell’individualizzazione, di Heinrich Rickert, e quello fondato sul principio del vseedinstvo (unitotalità), risalente al pensiero di Vladimir Sergeevič Solov’ëv, e ampiamente utilizzato nel pensiero filosofico-religioso russo del Novecento. Peculiarità dell’approccio di Karsavin sarebbe, secondo la studiosa, l’unione dei due piani con la concezione dell’essere storico come personale, e dello sviluppo della storia come storia della persona, della narrazione del suo destino.
The volume includes the Italian translation of Giordano Bruno by Lev Platonovič Karsavin, a preface by the translator and an introduction by Julya Mehlich, a scholar of Karsavin. The translated text was published in Berlin in 1923 and long ignored by the extensive bibliographies on Bruno and Karsavin. Bruno’s value, according to Karsavin, lies in the sentiment and in the clear awareness of his own unity of spirit with the divine Universe and with God himself. “The soul of Nolan’s philosophy” is “heroic fury,” the theoretical and practical foundation of unity of life and thought. But in this Karsavin also grasps Bruno’s limitation: that is, the failure to be able to be faithful to the intuition that the Absolute is never identified with the totality, even if infinite, of the relative. The infinity of the Divine is, in fact, essentially different from the infinity of the empirical. In this confusion, Bruno would be the emblem of the entire Renaissance era. In her Introduction, Mehlich highlights the use of a double method in Karsavin’s treatment: the formal one of individualization, by Heinrich Rickert, and the one based on the principle of vseedinstvo (unitotality), dating back to the thinking of Vladimir Sergeevič Solov’ëv, and widely used in 20th Century’s Russian philosophical-religious thinking. A peculiarity of Karsavin’s approach would be, according to the scholar, the union of the two levels with the conception of the historical being as personal, and the development of history as the history of the person, as narration of his destiny.
The volume includes the Italian translation of Giordano Bruno by Lev Platonovič Karsavin, a preface by the translator and an introduction by Julya Mehlich, a scholar of Karsavin. The translated text was published in Berlin in 1923 and long ignored by the extensive bibliographies on Bruno and Karsavin. Bruno’s value, according to Karsavin, lies in the sentiment and in the clear awareness of his own unity of spirit with the divine Universe and with God himself. “The soul of Nolan’s philosophy” is “heroic fury,” the theoretical and practical foundation of unity of life and thought. But in this Karsavin also grasps Bruno’s limitation: that is, the failure to be able to be faithful to the intuition that the Absolute is never identified with the totality, even if infinite, of the relative. The infinity of the Divine is, in fact, essentially different from the infinity of the empirical. In this confusion, Bruno would be the emblem of the entire Renaissance era. In her Introduction, Mehlich highlights the use of a double method in Karsavin’s treatment: the formal one of individualization, by Heinrich Rickert, and the one based on the principle of vseedinstvo (unitotality), dating back to the thinking of Vladimir Sergeevič Solov’ëv, and widely used in 20th Century’s Russian philosophical-religious thinking. A peculiarity of Karsavin’s approach would be, according to the scholar, the union of the two levels with the conception of the historical being as personal, and the development of history as the history of the person, as narration of his destiny.
World Wide Women: Globalizzazione, Generi, Linguaggi — Vol. 4
Questo è l’ultimo di una serie di 4 volumi che raccolgono una selezione degli atti del convegno internazionale «World Wide Women: Globalizzazione, Generi, Linguaggi», organizzato dal CIRSDe nel febbraio 2011 c/o l’Università di Torino. I/le ricercatori/trici si sono confrontati in una prospettiva gender oriented sulla globalizzazione, l’incontro di culture, il transculturalismo, il superamento dei confini nazionali, la migrazione, i linguaggi, lo sviluppo economico.
Questo quarto volume affronta più nel dettaglio le seguenti tematiche: il genere e la cultura nelle città europee; il femminismo, la teoria queer e la critica postcoloniale.
Ricominciare sempre da capo
Da Augsburg a Monaco, da Torino a Londra, e poi ancora a Roma, Parigi, negli Stati Uniti e in Israele, gli scenari del percorso biografico di Lotte Dann Treves si susseguono in questo suo diario, al ritmo tempestoso di un Novecento segnato da dittature, persecuzioni e guerre. Lo racconta, non senza ironia, la protagonista, allieva negli anni trenta di Giuseppe Levi, nel prestigioso Istituto di Anatomia dell'Università di Torino, dove si formarono i premi Nobel, Rita Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Profuga da una Germania intenta, agli ordini di Hitler, a costruire uno “Stato razziale” di nuovo tipo, Lotte Dann visse il segmento torinese della sua esperienza di studentessa straniera con grande intensità e passione, maturando profondi legami di appartenenza e affinità con l'Italia, la sua cultura e l'ambiente della ricerca sperimentale. Non bastarono le leggi razziali del 1938 e l'espulsione che per lei ne derivò, a disamorarla: in Italia sarebbe tornata nel dopoguerra, insieme a Paolo Treves, per una nuova vita e, appunto, per ricominciare da capo.
Tra emergenza, eccezione e precauzione: diritti e doveri di cittadinanza di fronte alla pandemia Covid-19
Il volume rappresenta il frutto di riflessioni sviluppate nel corso dell’edizione 2020 della Scuola di Cittadinanza Torino-Cuneo 2020, iniziativa di terza missione organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino. Obiettivo della Scuola è stimolare la riflessione e favorire la consapevolezza diffusa intorno ad alcune grandi problematiche collegate ai diritti e ai doveri di cittadinanza, sanciti dalla Costituzione italiana e dai documenti costituzionali sovranazionali. Destinatari di tale iniziativa sono stati quindi tutti i cittadini interessati a condividere un’occasione di confronto su tali problematiche.
La copertina di questo volume evoca una rete di fili d’oro. Il richiamo è a una antica tecnica artistica giapponese - chiamata Kintsugi (金継ぎ) - che, di fronte a un vaso di porcellana ridotto in frammenti, suggerisce una ricomposizione dell’artefatto attraverso l’impiego di filamenti d’oro. Una tecnica che, al di là della dimensione estetica, risulta evocativa di tante cose: in primis, se qualcosa di prezioso si è rotto occorre impegnarsi per ricomporlo nel migliore dei modi, anche inventando strumenti e tecniche nuove. Ciò che viene ricomposto dopo una frattura può essere qualcosa di diverso e di nuovo, ma di altrettanto bello e prezioso.
Ora, dinanzi alla pandemia Covid-19 la nostra quotidianità è stata attraversata da una frattura. Eppure, d’altra parte, il diritto è per sua natura chiamato a strutturare e a ri-comporre la comunità di persone cui si rivolge, plasmandone le regole di convivenza; in questo frangente specifico, il diritto - in tutte le sue branche - deve fornire delle risposte a istanze in larga parte nuove, oltre che impreviste e, in alcuni casi, di urgenza drammatica.
Su tali questioni si soffermeranno dunque le riflessioni svolte negli interventi raccolti in questo lavoro, a partire da alcuni contributi introduttivi e ricostruttivi di carattere più generale (sezione prima), per svilupparsi poi in un confronto a più voci, con l’apporto di una pluralità di punti di vista e di esperienze, legate alle diverse branche del diritto (sezione seconda), senza trascurare la voce ed il punto di vista degli studenti, che hanno vissuto e stanno vivendo un’esperienza formativa anch’essa da tali vicende e problematiche profondamente segnata.
Diritti e doveri di cittadinanza: prospettive di sostenibilità
Questa pubblicazione rappresenta ormai la quarta tappa di un percorso di riflessione sui diritti e i doveri di cittadinanza, elaborato a partire dalle lezioni della Scuola di Cittadinanza, iniziativa di terza missione organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, nelle sedi di Torino e di Cuneo, a partire dal 2018.
Nell’edizione 2023 della Scuola si è proposto un itinerario di riflessione che, a partire da un inquadramento “di contesto” – il mondo globalizzato e la sua crisi, la complessità dei processi decisionali tra Italia e Unione Europea –, ha esplorato, da prospettive differenti, le implicazioni del principio di “sostenibilità” sui diritti e doveri fondamentali. Ci si è così confrontati coi temi della tenuta dei diritti fondamentali di fronte al dramma della guerra, delle potenzialità e dei limiti dell’impiego degli strumenti del diritto penale in relazione alla sostenibilità ambientale, della sostenibilità delle politiche di contrasto alla fragilità (che chiamano fortemente in causa i rapporti intergenerazionali), della gestione sostenibile delle diversità legate ai convincimenti etico-religiosi.
Con riguardo alla dimensione economica del principio di sostenibilità, si sono poi proposte riflessioni sul principio di sostenibilità intergenerazionale in relazione alle politiche tributarie e di bilancio, così come sulle implicazioni dei principi di sostenibilità e responsabilità nell’impresa e nel contesto lavorativo. Ci si è infine soffermati sul problema della sostenibilità del nostro stesso “modello” di democrazia (anche in relazione ai delicati rapporti tra decisione politica e controllo giurisdizionale), confrontandoci anche con le suggestioni e gli stimoli di “modelli” alternativi, ma animati a loro volta da obiettivi di solidarietà e responsabilità intergenerazionale, come quello legato alla proposta di una “Costituzione per la Terra” di Luigi Ferrajoli.
L’intento complessivo del Volume – pur nell'oggettiva impossibilità di esaurire un tema così controverso ed intricato quale quello delle diverse declinazioni del paradigma della sostenibilità, con riguardo ai diritti e doveri fondamentali – è far emergere, al di là dell’uso divenuto ormai tanto pervasivo quanto sfuggente ed ambiguo dei richiami a tale principio, una rete di implicazioni che, su diversi piani e a partire da diverse prospettive, incidono in misura determinante sul riconoscimento e sulla tutela delle libertà e dei diritti individuali, e rimodulano i correlativi doveri. Con l’ambizione (che anima la Scuola fin dal suo avvio) di proporre riflessioni che, partendo da elementi emergenti nell’attualità del confronto pubblico a livello nazionale e sovranazionale, consentano di fornire stimoli e di contribuire ad arricchire gli strumenti con cui maturare un giudizio più articolato e consapevole in ordine alle principali “questioni” connesse ai diritti e doveri di cittadinanza.
La riforma degli artt. 9 e 41 della Costituzione e le sue implicazioni: un primo confronto Atti del seminario svoltosi a Cuneo il 29 aprile 2022
Nei contributi raccolti nel presente volume – frutto del Seminario svoltosi nella sede di Cuneo del Dipartimento di Giurisprudenza il 29 aprile 2022 – si propone una prima riflessione sulla natura e sulle implicazioni dell’intervento di riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione approvato con la legge di revisione costituzionale n. 1 del 2022.
La scelta di accogliere in termini espliciti l’ambiente (insieme agli ecosistemi e alla biodiversità) tra i beni meritevoli di una specifica tutela da parte della Repubblica, così come quella di introdurre una prima apertura ad un orizzonte temporale intergenerazionale, riferendo tale tutela anche ad un interesse delle generazioni future, così come, ancora, il richiamo ad istanze di tutela proprie anche degli animali, costituiscono elementi nel loro insieme riconducibili – anche al di là del contesto italiano – a tratti emergenti e peculiari del costituzionalismo del tempo presente.
Confrontarsi con una riforma costituzionale appena approvata, tanto più in quanto modificativa del contenuto di disposizioni collocate tra i principi fondamentali dell’ordinamento repubblicano, risulta ad un tempo necessario ed urgente, così come impegnativo e complesso.
La scelta è stata dunque quella di delineare, nelle riflessioni e nelle analisi proposte, una pluralità di prospettive e di approcci alle questioni giuridiche connesse a tale intervento di revisione: gli approcci della dottrina giuridica e quelli della Magistratura e dell’Avvocatura; la riflessione sui presupposti e sulle finalità dell’intervento, così come quella sulle sue ricadute applicative; l’individuazione degli elementi di novità introdotti nel quadro normativo costituzionale, così come di quelli di consolidamento e di continuità rispetto alle coordinate già ravvisabili come proprie di un “diritto costituzionale dell’ambiente”; la valutazione delle potenzialità e allo stesso tempo delle criticità e dei limiti della riforma costituzionale approvata.
Una riflessione condotta nella consapevolezza che è propriamente nella varietà e complessità di tali prospettive ed approcci e nel confronto su di essi sia all’interno della comunità scientifica, che con gli operatori delle professioni giuridiche che – non da ultimo – con la comunità dei cittadini, ciascuno richiamato al proprio ordine di responsabilità, che le rinnovate disposizioni costituzionali troveranno ed esprimeranno il proprio senso e il proprio segno.
Individuo e collettività: tra autonomia e responsabilità
Questa pubblicazione rappresenta la terza tappa di un percorso di riflessione sui diritti e i doveri di cittadinanza, elaborato a partire dalle lezioni della Scuola di Cittadinanza, iniziativa di terza missione organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, nelle sedi di Torino e Cuneo, a partire dal 2018.
A differenza delle due precedenti edizioni delle Lezioni della Scuola, inevitabilmente segnate dall’esigenza del confronto con la situazione di emergenza legata alla pandemia Covid-19, l’edizione del 2022 è stata immaginata come l’occasione per un ritorno alla “fisiologia” del dibattito pubblico in tema di diritti e doveri di cittadinanza: un confronto “fuori dall’emergenza”, dedicato al problematico rapporto tra individuo e collettività, alla luce dei principi di autonomia e responsabilità, declinato in relazione a diversi profili legati appunto ai diritti e ai doveri fondamentali. Dal problema dell’esposizione dei simboli religiosi nelle scuole a quello del rapporto tra individui e collettività nelle istituzioni politiche rappresentative; alla questione dei doveri di solidarietà in materia fiscale; a quella dei presupposti di politica del diritto alla base delle scelte in materia di responsabilità penale, nella dialettica tra liberalismo e “paternalismo”; ad una riflessione sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con particolare riferimento ai profili della digitalizzazione e della transizione ecologica; alla tematica dei fattori ESG in relazione alla responsabilità sociale e ambientale delle imprese; a quella degli equilibri tra solidarietà sociale e libertà individuale in riferimento agli obblighi vaccinali. Quanto agli aspetti più strettamente legati al mondo dell’istruzione (sempre oggetto di particolare attenzione nella Scuola di Cittadinanza), si propone una riflessione sulle “soft skills” nei percorsi formativi scolastici e sul tema delle competenze relazionali, nonché sul recente inserimento tra i principi fondamentali della Costituzione dell’”interesse delle generazioni future” e sulle sue ricadute sull’istruzione scolastica.
Nell’ultima parte del Volume sono poi raccolti gli interventi di una tavola rotonda conclusiva sul tema del ritorno della guerra in Europa, con particolare riferimento alle “sfide” ed alle responsabilità connesse per il mondo dell’istruzione e della comunicazione, che la Scuola ha ritenuto necessario organizzare a seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino. Il filo conduttore di tali interventi (e l’obiettivo della stessa tavola rotonda) consiste nel richiamo alla necessità di mantenere un approccio di riflessione critica ed aperta – anche in un contesto in cui la drammaticità delle condizioni impone la nettezza delle posizioni e delle attribuzioni di responsabilità –, nella convinzione che la repulsione rispetto all’idea per cui possa essere la guerra a tornare a ridefinire i confini dell’Europa debba essere anche repulsione rispetto all’idea per cui la guerra stessa possa arrivare a ridefinire i nostri “confini etici”.
Donne per l’Europa. Atti delle prime tre giornate per Ursula Hirschmann
Nel 2007, in occasione dell’Anno Europeo delle Pari Opportunità, il CIRSDe promosse, con l’appoggio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, l’istituzione delle Giornate annuali «Donne per l’Europa», titolo che riprende il nome del gruppo «Femmes pour l’Europe», fondato da Ursula Hirschmann negli anni 1970. L’intento era – ed è rimasto – quello di invitare annualmente una/o studiosa/o di respiro internazionale a tenere una Lezione sul tema, e un gruppo di altre/i partecipanti a riflettere sul contributo diretto delle donne a pensare, costruire e immaginare l’Europa.
In questo libro raccogliamo gli atti delle prime tre giornate per Ursula Hirschmann, organizzate nel 2007, 2008 e 2009, oltre a una serie di altri contributi di studiose che hanno dedicato i loro recenti studi a questa figura femminile.