The so-called "Giudizio Universale" has marked the beginning of climate change litigation in Italy.
From a procedural point of view, this kind of strategic litigation raises several procedural issues, like legal standing, forum choice and burden of proof. Moreover, in climate change disputes, justiciability itself is a stake, as the courts are required to be involved in political matters, which should instead be the responsibility of the legislative and executive branches of government.
With this in mind, the Department of Law of the University of Turin and the Universidade Católica Portuguesa, as part of the Law Schools Global League (LSGL), organised a comparative workshop on climate change litigation, to deepen these aspects in an international environment made up of young academics and researchers, presenting national and international climate cases and other interesting related topics. This volume contains the proceedings of the workshop, which took place in Turin on 9 th June 2023.
Il volume raccoglie i contributi scientifici presentati in occasione di un Convegno in ricordo del professor Giorgio Lombardi (1935-2010) dal titolo “I doveri costituzionali”, svoltosi a Roma presso la Corte Costituzionale nel settembre 2022.
I saggi presenti nel volume prendono in esame il tema dei “doveri”, che ha rappresentato uno dei temi ricorrenti degli studi di Giorgio Lombardi, illustre costituzionalista torinese, caratterizzato da una personalità e da un impegno poliedrici, mettendone in risalto con approcci e argomenti diversi le ricadute nel diritto costituzionale, nel diritto comparato e nella materia tributaria, con una grande attenzione alle problematiche del tempo presente.
Il volume si compone di diversi saggi, alcuni dei quali volti a ricordare aspetti della personalità umana, scientifica e culturale di Giorgio Lombardi, altri dedicati più specificamente al tema dei doveri costituzionali, mettendo in evidenza l’importanza e l’attualità degli studi di Lombardi.
Il volume affronta i temi della gestione e del riuso degli edifici di culto e, nello specifico, delle chiese cattoliche, quali beni culturali di interesse religioso in Italia. Ricostruita la complessa disciplina sottesa alla “dimissione” – riduzione ad uso profano non indecoroso ex can. 1222 § 2 – e alla “dismissione” – trasferimento di proprietà – delle chiese, l’esposizione prosegue con la disamina di casi concreti di riuso, verificatisi nell’Arcidiocesi di Torino tra il 1978 e il 2019. Una volta inquadrati gli edifici di culto dimessi tra i “beni comuni”, si individuano nei patti di collaborazione, nella fondazione di partecipazione e nel trust i nuovi modelli di governance, inclusivi e sostenibili, che potranno trasformare questi immobili sovrabbondanti in una risorsa per lo sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità territoriali di riferimento.
Con l’occasione del centenario della nascita di Bianca Guidetti Serra, si è posto all’attenzione l’obiettivo di promuovere e valorizzare la conoscenza degli archivi di avvocati militanti come fonte per la ricerca storica. Una documentazione ancora poco esplorata in Italia, ma aperta a promettenti sviluppi in diverse direzioni che incrociano la storia della professione e della giustizia, la storia sociale e del diritto, oltre a quella dell’impegno civile e politico testimoniato da figure esemplari di avvocati tratteggiate nei contributi qui raccolti. Un campo di studi, quello dell’avvocatura militante, che offre dunque una prospettiva nuova e preziosa sulla stessa storia della democrazia nel XX secolo. Nel dare conto dello stato della ricerca sul tema, i saggi pubblicati analizzano casi specifici di vicende giudiziarie che hanno avuto corso in Italia, in Francia e negli Stati Uniti, con significativi riverberi comparativi sul piano dei sistemi giuridici e dei contesti politici presenti nei diversi paesi.
Il presente volume si incentra sulle vicende che hanno portato il regno di Sardegna ad adottare il primo codice penale; un lungo e difficoltoso percorso culminato nel 1839 sotto l’egida di Carlo Alberto, ma idealmente iniziato già all’indomani del Congresso di Vienna con i timidi tentativi riformistici di Vittorio Emanuele I e poi di Carlo Felice. Una storia e un risultato che non si possono ridurre alla mutata concezione del diritto e dello Stato dei tre sovrani che si sono succeduti a Torino dopo la Restaurazione, ma che ha sullo sfondo uno scontro, ideologico e generazionale, all’interno della stessa alta magistratura sabauda, ancora in tensione nei primi decenni del XIX secolo tra suggestioni passatiste e i nuovi modelli affermatisi con la Rivoluzione e, soprattutto, con il regime napoleonico.
In questo libro si è cercato di delineare per sommi capi una storia del diritto commerciale dall'antica Grecia ai giorni nostri, procedendo per tematiche selezionate e per forza di cose non esaustive. Si sono seguiti in particolare alcuni filoni, come quello della considerazione sociale del mercante nei secoli, della nascita ed evoluzione della responsabilità limitata, del diritto commerciale inteso come disciplina di studi. Nel discorso giuridico si sono inseriti aspetti interdisciplinari, per renderlo meno arido e meglio motivare i cambiamenti.
L'opera raccoglie gli atti di un Convegno tenutosi l'8 novembre 2019 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, dedicato all'impatto per le famiglie transfrontaliere dell'entrata in vigore dei Regolamenti UE n. 1103 e 1104 del 2016 rispettivamente in materia di regimi patrimoniali tra coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate, e del Regolamento UE n. 650 del 2012 sulle successioni internazionali.
Quali connotati deve assumere la formazione del giurista del XXI secolo? Il giurista tradizionale interprete dei testi di legge può oggi limitarsi a questo o deve tornare a conoscere i con-testi entro i quali tale interpretazione produce i suoi effetti? Si tratta di questioni che la comunità scientifica dei sociologi del diritto avverte come prioritarie e che hanno costituito il focus di iniziative ed occasioni di dibattito promosse dall’Associazione di Studi Diritto e Società. In tale prospettiva, il volume raccoglie alcune riflessioni su esperienze didattiche che in questi anni hanno cercato di fornire delle risposte alla diffusa sensazione di inadeguatezza dei modi tradizionali di insegnare il diritto, mettendo in rilievo come, da tale punto di vista, la sociologia del diritto possa offrire un contributo decisivo al rinnovamento della cultura giuridica dei giuristi.
L'opera analizza, in prospettiva giuridica oltre che sociologica ed economica, la normativa interna, a partire dalla Legge Golfo-Mosca, nelle sue evoluzioni, come azione positiva correttiva alla diseguaglianza di genere negli organi amministrativi e di controllo delle società italiane. Prima dell’adozione di tali interventi correttivi, le società quotate e quelle a controllo pubblico erano caratterizzate da un elevato livello di sottorappresentazione femminile, da leggersi nel più ampio quadro della diseguaglianza di genere nel mondo del lavoro, acuita dalla cd. Shecession innescata dalla pandemia. La chiave di lettura è arricchita attraverso un’approfondita disamina delle scelte, talora eterogenee, di altri ordinamenti e il confronto con i modelli di soft law, nonché attraverso una riflessione di ampio respiro sugli approcci unionali, culminati nella Proposta di Direttiva COM (2012) 614 final, caratterizzata da un iter altalenante non ancora giunto a compimento.
How does the bottling phenomenon impact on the fundamental value of access to water? It influences the way people drink and affects their possibility to access the resource, either economically or physically. This work analyses the role of law in the uprising of this phenomenon focusing on the implications on water distribution. Bottling regulations contain a tension in the legal conceptualisation of water as an essential resource and as a commodity. This tension encompasses the discourses on privatisation of public or common goods and is used to investigate the processes of accumulation by dispossession that it triggers.
Through a comparative approach this work engages in a distributional analysis of the French, the Italian and the British legal regimes to unveil the hurdles of using property, a legal institution constructed around land, to govern water distribution.

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