• Collezione: Dipartimento di Giurisprudenza

Diritti e doveri oltre l'emergenza? Dalla pandemia Covid-19 verso nuovi modelli di convivenza

Questa pubblicazione rappresenta la seconda tappa di un percorso avviato lo scorso anno, con l’intento di elaborare, a partire dalle lezioni svolte nel contesto della Scuola di Cittadinanza Torino – Cuneo organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, una riflessione sui diritti e i doveri di cittadinanza nel tempo presente. L’edizione di quest’anno è maturata in un contesto (reale, ed anche politico e mediatico) nel quale l’emergenza derivante dalla pandemia Covid-19, pure sempre presente e centrale, è risultata in qualche modo per lo meno prevista, messa in conto. E maggiormente “gestita”, pur tra tensioni e contraddizioni, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista delle regole del vivere civile. Con la prospettiva di un processo che conduca, auspicabilmente, “oltre l’emergenza”. Sulla base di questa cifra del tempo presente che ci è parso di cogliere e che abbiamo provato ad interpretare, l’edizione della Scuola di Cittadinanza di quest’anno, nella volontà di dare una continuità ma anche uno sviluppo alle riflessioni dello scorso anno, si è soprattutto interrogata sui riflessi – su una varietà di ambiti comunque connessi a diritti e doveri fondamentali – di questa fase di lunga, incompiuta, a volte controversa fuoriuscita dall’emergenza. Alla seconda parte del presente Volume, che raccoglie i contributi elaborati a partire dalle lezioni della Scuola tenute nell’anno 2021, si è scelto di anteporre una prima parte destinata, da un lato, ad approfondire il tema dell’insegnamento dell’educazione civica nella scuola primaria e secondaria (tema centrale nella prospettiva della Scuola di Cittadinanza e del dialogo auspicato tra Università e scuola sul tema dei diritti e dei doveri fondamentali), e dall’altra parte a valorizzare i contributi di giovani studiosi che, con ruoli diversi e in fasi diverse del loro percorso, si sono confrontati con il mondo della ricerca universitaria, in uno spirito complessivo di dialogo tra punti di vista, esperienze e persino linguaggi diversi.

Famiglie transfrontaliere: regimi patrimoniali e successori

L'opera raccoglie gli atti di un Convegno tenutosi l'8 novembre 2019 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, dedicato all'impatto per le famiglie transfrontaliere dell'entrata in vigore dei Regolamenti UE n. 1103 e 1104 del 2016 rispettivamente in materia di regimi patrimoniali tra coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate, e del Regolamento UE n. 650 del 2012 sulle successioni internazionali.

Family Reunification in EU Law Essential text, cases and materials

The book is an introduction to the key features of family reunification in EU law. The first part is devoted to family reunification of EU citizens, pursuant to Directive 2004/38/EC. The second section addresses Directive 2003/109/EC on family reunification of Third Country Nationals. The book collects and systematizes excerpts from legal texts and judgments of the Court of Justice of the European Union interpreting them. As such, it is mainly intended for students and other readers willing to deepen their knowledge about this topic. The formatting of the book complies with the most reputed indications on readability for persons with specific learning disabilities.

Gestire i beni comuni urbani. Modelli e prospettive Atti del convegno di Torino, 27-28 febbraio 2019

Parchi, strade, edifici, aree verdi sono sempre più spesso definiti "beni comuni urbani", spazi che possono e devono essere fruiti e gestiti all'insegna dell'inclusione e della partecipazione. Nell'ultimo decennio, la ricerca di modelli per realizzare questo obiettivo è stata intensa, così come sono state numerose le sperimentazioni di soluzioni che oscillano tra l'applicazione di strumenti del diritto pubblico e del diritto privato. Questo libro raccoglie gli atti di un Convegno organizzato presso l'Università di Torino nel Febbraio 2019 e dedicato alla gestione dei beni comuni urbani. I contributi degli autori e delle autrici passano in rassegna le soluzioni sperimentate da associazioni, gruppi informali, e dalle pubbliche amministrazioni in numerose città italiane, offrendo le coordinate per comprendere il percorso di cambiamento nei rapporti tra amministrazioni e cittadinanza, nonché per orientarsi nel vasto panorama dell'auto-organizzazione e dei processi collaborativi.

Gli edifici di culto come beni culturali in Italia. Nuovi scenari per la gestione e il riuso delle chiese cattoliche tra diritto canonico e diritto statale

Il volume affronta i temi della gestione e del riuso degli edifici di culto e, nello specifico, delle chiese cattoliche, quali beni culturali di interesse religioso in Italia. Ricostruita la complessa disciplina sottesa alla “dimissione” – riduzione ad uso profano non indecoroso ex can. 1222 § 2 – e alla “dismissione” – trasferimento di proprietà – delle chiese, l’esposizione prosegue con la disamina di casi concreti di riuso, verificatisi nell’Arcidiocesi di Torino tra il 1978 e il 2019. Una volta inquadrati gli edifici di culto dimessi tra i “beni comuni”, si individuano nei patti di collaborazione, nella fondazione di partecipazione e nel trust i nuovi modelli di governance, inclusivi e sostenibili, che potranno trasformare questi immobili sovrabbondanti in una risorsa per lo sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità territoriali di riferimento.

I sovrani della rete. Piattaforme digitali e limiti costituzionali al potere privato

Il volume intende indagare l’impatto delle piattaforme digitali sulle democrazie costituzionali; gli intermediari digitali, in un contesto in cui sembra venuta meno la congruenza tra Stato, territorio ed economia, si insidiano infatti nei luoghi lasciati liberi dai pubblici poteri e contribuiscono a produrre “le strutture sociali in cui viviamo”, ponendosi come arbitri, che pretendono di autolegittimarsi e di gestire, sfruttando l’asimmetria di conoscenza derivante dalla mole di dati a loro disposizione, gli spazi di libertà che essi stessi concedono agli utenti. Esercitano, in questo senso, un potere che esorbita largamente la sola sfera economica. Un potere che è, nei fatti, anche culturale e politico. L’idea da cui muove la ricerca è allora quella di provare a mettere a confronto i meccanismi che informano il funzionamento dell’e-cosistema digitale e le risposte che il diritto, in particolare il diritto costituzionale, è chiamato a elaborare per governare tali fenomeni.

Il Diritto Comparato e la Blockchain

La monografia esamina il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali attraverso il caso della blockchain. Si discute, in particolare, se la «rivoluzione tecnologica» costituisca un potere sovranazionale e capace di sovvertire la configurazione tradizionale dell’ordinamento giuridico, limitandone la funzione regolatrice dei rapporti socio-economici. A tale fine, il libro introduce, nella prima parte, le nuove geografie delle reti blockchain nel quadro concettuale offerto dalla dottrina del diritto comparato, analizza i formanti del «diritto» in detti contesti (i.e. l’architettura tecnologica, il mercato, le norme sociali ed il diritto statale) e si sofferma sul «nuovo» diritto privato che è il frutto della creatività dei programmatori (i.e. persona, proprietà e contratto). Nella seconda parte, il libro delinea il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali (i.e. conflitto di legge) e considera alcuni degli aspetti critici di tale rapporto, quali: il riconoscimento di tale innovazione nel diritto nazionale ed europeo, i modelli nazionali di regolamentazione delle criptovalute ed il rapporto fra la figura dello smart contract ed il diritto dei contratti. Nella terza parte, il libro sviluppa un’analisi critica della tecnologia intesa alla stregua di un «diritto globale», fermando l’attenzione su alcuni dei temi fondamentali della comparazione contemporanea, quali: il ruolo poteri privati globali, l’evoluzione della lex mercatoria (nel nostro caso definita: lex mercatoria ex machina) e la funzione regolatrice del contratto nei mercati digitali. L’ultimo capitolo del libro esamina i modelli di regolazione della blockchain e, infine, delinea alcuni degli strumenti utili per affrontare le problematiche emerse e disegnare un’evoluzione della regolazione giuridica basata sul mutamento del rapporto tra diritto e tecnologia.

Il diritto internazionale per la pace e nella guerra. Sviluppi recenti e prospettive future. Liber amicorum in onore di Edoardo Greppi

Il volume raccoglie i contributi di illustri studiosi di diritto internazionale e di diritto dell’Unione sul controverso rapporto tra diritto, pace e guerra, argomento da sempre al centro degli interessi scientifici e delle riflessioni di Edoardo Greppi. L’opera si struttura in quattro parti. La prima affronta le questioni della prevenzione dei conflitti, della soluzione delle controversie e del ruolo delle organizzazioni internazionali in questo contesto. La seconda si concentra sul rapporto tra pace e processo di integrazione europea, anche alla luce del conflitto in Ucraina. La terza guarda al ruolo della giustizia penale internazionale quale strumento di mantenimento della pace. L’ultima parte, la quarta, analizza il rapporto tra conflitti armati, condotta delle ostilità e tutela dei diritti umani.

Il dono di capacità riproduttiva: la PMA con dono di gameti e la GPA negli ordinamenti francese e italiano

La Procreazione medicalmente assistita costituisce l’oggetto di un dibattito ormai quarantennale, rispetto al quale molti quesiti rimangono irrisolti: si può qualificare come cura in senso tradizionale? È più opportuno considerarla alla stregua di una cura per il benessere sociale e psicologico delle persone infertili? In particolare la PMA c.d. eterologa pone delle questioni peculiari: i primi soggetti nati dal dono di gameti sono ormai adulti, pertanto alle questioni etiche relative alla pratica in sé, si sono aggiunte quelle riguardanti gli interessi e i diritti di questi soggetti. La rivendicazione di un diritto a conoscere le proprie origini è cruciale. Occorre quindi chiedersi quale peso si intenda attribuire da un lato alla genitorialità sociale, dall’altro al patrimonio genetico. In questo senso l’analisi del modello francese di “PMA avec don de gamètes” offre spunti di riflessione essenziali. Il ruolo del dono e della genetica rileva anche rispetto alla Gestazione per altri, che pone tuttavia problematiche ulteriori, specialmente nell’ottica dei diritti delle donne e dei bambini. Il presente lavoro intende offrire una chiave di lettura trasversale a questi grandi temi, anche rispetto al gender bias che connota i diritti riproduttivi, al fenomeno della Cross-border reproductive care e alla prossima riforma delle leggi di bioetica in Francia.

Il pubblico concorso come funzione amministrativa

Il pubblico concorso si è affermato a partire dall'epoca moderna come modello di selezione di funzionari pubblici fedeli e capaci, necessario ad assicurare l’adeguatezza dell’organizzazione pubblica all'esercizio dei compiti attribuitile dall'ordinamento (art. 118, comma 1, Cost.). A partire dalle dichiarazioni liberali dei diritti di fine ‘700, il riconoscimento dell’eguale diritto di accesso dei cittadini agli impieghi pubblici (art. 51, comma 1, Cost.) ha offerto al concorso una legittimazione ulteriore, in cui si coglie una delle più profonde ragioni della procedimentalizzazione che lo caratterizza. Non è dunque un caso che l’evoluzione verso l’adozione di strumenti giuridici di diritto privato non abbia coinvolto il concorso. Questo resta al contrario un insuperabile principio di organizzazione (art. 97, comma 4 Cost.), che si afferma ogni qual volta siano affidati a un apparato compiti d’interesse pubblico, a prescindere dalla natura giuridica di diritto privato a esso “accidentalmente” attribuita, recando con sé la disciplina procedimentale. La procedimentalizzazione garantisce la controllabilità e il sindacato secondo i vizi di violazione di legge, incompetenza e, soprattutto, di eccesso di potere, secondo un carattere che non trova equivalenti nella disciplina del lavoro nell'impresa. Le critiche più frequentemente opposte al concorso, che ne rilevano l’incapacità di selezionare effettivamente i migliori candidati, investono in realtà i contenuti delle prove o la selezione dei commissari, piuttosto che il carattere di diritto pubblico del modello; a esse può farsi efficacemente fronte con l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale, capaci di automatizzare almeno in parte i procedimenti di selezione, oltreché di correlare i fabbisogni di professionalità alla capacità amministrativa degli enti. La correlazione tra interesse pubblico, procedimento amministrativo e atto amministrativo propria del concorso reca con sé la giurisdizione amministrativa che offre una tutela penetrante alle ragioni dell’interesse pubblico grazie al sindacato di eccesso di potere e, ancora più, grazie a una tutela costituiva che ha stentato ad affermarsi innanzi al giudice ordinario incaricato del contenzioso sul lavoro nelle pubbliche amministrazioni.